In concerto con Moni Ovadia & Erri De Luca

Se i delfini venissero in aiuto

Il racconto del diario di Erri De Luca a bordo dalla nave Msf.

Un recital con Erri De Luca, Moni Ovadia, Cosimo Damiano Damato e la Piccola Orchestra Mediterranea diretta dal M° Giovanni Seneca.

“Un reportage – spiega il regista Damato – che si fa racconto civile, feroce, umano, biblico, necessario, musicale”. A scandire i racconti di Erri De Luca sono le canzoni della tradizione mediterranea cantate da Moni Ovadia accompagnato dalla Piccola Orchestra Mediterranea di Giovanni Seneca: sonorità raffinate popolar-world con affondi afroeuropei, contaminazione fra Mediterraneo e Levante per allattarsi alla multiculturalità, esperanto e vocabolario sonoro di pace e integrazione fra popoli ( l’Orchestra Mediterranea vede Giovanni Seneca alle chitarre, Anissa Gouizi alla voce, Gabriele Pesaresi al basso, Francesco Savoretti alle percussioni e Danilo Di Paolonicola alla fisarmonica).

“Io sto con questi pescatori di uomini che salvano migranti nel Mediterraneo” racconta Erri nella sua cronaca di viaggio di solo andata in margine a una verità ferita. “Non ho uso di tatuaggi, la mia superficie riporta solo i segni degli anni. Ma gli avvenimenti del mondo che mi hanno coinvolto fisicamente mi hanno inciso tatuaggi dalla parte interna della pelle. Le due settimane a bordo mi hanno impresso un tatuaggio nuovo: una scala di corda che pesca nel vuoto. Dal suo ultimo gradino ho visto spuntare una per una le facce di chi risaliva dal bordo di un abisso. Stipati in una zattera, scalavano i gradini della loro salvezza”.

Insieme ai racconti di Erri De Luca prendono voce anche le parole degli operatori di MSF attraverso le letture di Cosimo Damiano Damato da “Lettere dal cuore dei conflitti”. Lo spettacolo, che nasce dall’esperienza di De Luca in mare sulla nave salvagente di Medici Senza Frontiere, richiama un’altra urgenza:“bisogna abolire il reato di immigrazione clandestina – spiega Moni Ovadia – è un’oscenità che io paragono alle leggi di Norimberga. Io sono ebreo e non dimentico da dove provengo: per me non ci possono essere distinzioni fra gli esseri umani, qualsiasi distinzione è perversa”.

I canti di Moni Ovadia presentano un repertorio plurilingue: bulgaro, serbo, greco, ladino, turco e vari dialetti italiani. Musiche e canti ispirati alle diverse culture del mediterraneo e al dialogo tra i popoli; partendo dall’Italia si parte per un viaggio che tocca Spagna, Nord Africa, Grecia e arriva fino ai Balcani.